La storia è semplice e ha anche risvolti tristi: Ve la racconto perchè scommetto che anche a Voi sarà capitato una cosa simile.
Il committente ci propone la realizzazione di un software molto complesso, dotato di una robusta logica di funzionamento, ma che riusciamo a creare nei tempi e modi previsti.
Questo ovviamente applicando i pattern di programmazione corretti nonchè tutte le ultime tecnologie del caso.
Insomma: tutti contenti, soprattutto noi che siamo riusciti anche a rispettare i tempi di realizzazione !
Sin qui sembra una storia a lieto fine ma….. c’è sempre un ma sopratutto nella vita di chi fa software per mobile….
Dopo aver iniziato il deploy del nostro fantastico software su centinaia di dispositivi, tra i più disparati, l’iniziale soddisfazione diffusa si trasforma in poche ore in momenti di panico e notti insonne.
In altri termini in un baleno avviene la trasformazione: da sultano del codice (come simpaticamente mi chiamano i miei colleghi) a ultimo-dei-miei-cani.
Infatti su alcuni di questi dispositivi il “fantastico” inizia a fare stravaganze e comportamenti anomali.
Nemmeno a dirlo uno di questi dispositivi in cui il nostro software fa le bizze è quello dell’executive dell’azienda: ovviamente lo stramaledetto device incriminato non è tra quelli in nostro possesso e che usiamo per il testing su dispositivi reali.
Anche i simulatori non ci aiutano a identificare il problema il quale, a peggiorare le cose, si presenta pure in modo sporadico.
Per quello che mi riguarda tutte le volte che mi capita una cosa simile inizio a a pensare che forse ho sbagliato a fare questo lavoro, che forse mi dovevo occupare di qualche attività più manuale che, una volta terminata, difficilmente propone recrudescenze e/o comportamenti aleatori e sporadici da risolvere a tempo zero.
Ma a nulla vale ripensare al passato, e a quell’amico che ha aperto una piccola azienda nel campo edilizio e si è recentemente comprato una macchina spaventosamente bella, nemmeno a dirlo molto più bella della mia che, per inciso, dentro inizia ad avere il muschio ma “ora non è il momento di cambiarla perchè non posso spendere”. E che (sempre il suddetto amico) sono certo non ha tutte le rotture di scatole che possiamo avere noi faticatori del codice nell’affrontare problemi così aleatori che non si riescono nemmeno a riprodurre.
Un mattone un volta posato difficilmente inizia a muoversi ma solo in alcune ore della giornata, e solo con alcune persone vicino…
L’invidia è una brutta bestia… lo so….
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